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Esame finale del Master in
Educazione Civica Europea e Multilivello
seconda edizione: luglio 2025

Il 12 luglio 2025 si è tenuta, presso l’Università degli Studi Link, la prima sessione d’esame della seconda edizione del Master di I livello in Educazione Civica Europea e Multilivello. La Commissione d’esame, composta dal Prof. Giorgio Grimaldi, dal Prof. Federico Castiglioni, dalla Prof.ssa Maria Teresa Morelli e dalla Dott.ssa Bleona Shkullaku, ha valutato i project work finali presentati dai discenti, che hanno approfondito tematiche storiche, ambientali, educative e di genere, offrendo spunti originali per la promozione della cittadinanza attiva in una prospettiva europea e multilivello. 

A seguire, sono disponibili alcuni scatti della giornata e gli abstract dei project work presentati.

Project work / Tesi

BASILI Riccardo
Il conflitto come vera identità europea

Relatore: prof. Tommaso Visone

Abstract

L’elaborato si pone l’obiettivo di riflettere sul significato di “Europa”, a partire dalle sue origini
mitologiche, passando per l’evoluzione di alcune idee prodotte nel tempo per indicare una comunità culturale, sociale e politica.
Il lavoro intende porre l’attenzione su come l’Europa sia progredita nel tempo più per conflitti che per coesione, alimentando quel mondo di pluralismo tipico del nostro continente.
Le dinamiche di scontro hanno prodotto benefici internamente alla società europea, ma all’esterno hanno avuto caratteristiche aggressive, imperialiste e nazionaliste. Proprio quando l’Europa sembrava essere vicina alla sua autodistruzione e alla definitiva perdita di centralità, sono sorte nuove visioni europeiste che hanno riportato in luce un senso di comunità condivisa.

GRIFFO Rita
Un viaggio nell’Europa che si unisce

Relatore: prof. Federico Castiglioni

Abstract

L’unità di Apprendimento “Un viaggio nell’Europa che si unisce” è stata progettata per una classe quinta della scuola primaria e si propone di accompagnare gli alunni alla scoperta del processo di integrazione europea sotto il profilo storico, politico e culturale. Per la progettazione dell’unità di apprendimento, saranno tenuti come riferimento i traguardi per lo sviluppo delle competenze fissati dalle Indicazioni Nazionali del 2012, per le diverse discipline.
Inoltre, si farà riferimento alle competenze europee. Gli argomenti trattati accompagneranno i bambini alla scoperta dell’Unione europea, della sua storia, dei suoi valori e del suo funzionamento. Si parte dal valore più importante: la pace europea, conquistata dopo anni di guerre e oggi mantenuta grazie alla collaborazione tra i Paesi. Si conoscono i Padri fondatori, ovvero le persone che hanno avuto l’idea di un’Europa unita, e si approfondiscono valori come la solidarietà e la sussidiarietà, fondamentali per vivere insieme nel rispetto e nell’aiuto reciproco. Attraverso le attività si imparano i nomi e le caratteristiche dei Paesi membri, si parla della politica di allargamento e della politica di vicinato, cioè del modo in cui l’Unione accoglie nuovi Stati e costruisce buoni rapporti con quelli vicini. Si racconta come la Comunità Europea sia diventata Unione Europea, e si riflette sul suo motto: “Uniti nella diversità”, che insegna come persone diverse possano vivere insieme con rispetto. I bambini scoprono anche i simboli dell’Unione: la bandiera blu con le stelle, l’Inno alla Gioia, e la festa dell’Europa, che si celebra ogni 9 maggio. Un’altra parte importante riguarda la cittadinanza europea: i diritti di chi vive nell’Unione, come la libera circolazione, il rispetto della giustizia, il vivere in sicurezza, la democrazia, l’uso dell’euro, e il desiderio di benessere e prosperità per tutti. Infine, si introducono in modo semplice i trattati europei, cioè gli accordi su cui si basa il funzionamento dell’Unione. Questi vengono aggiornati nel tempo per renderla più efficiente e per accogliere nuovi Stati o affrontare nuove sfide. In conclusione, questa UDA aiuta gli alunni a conoscere e comprendere l’Unione europea come una grande comunità di popoli e culture diverse, che collaborano per costruire un futuro di pace, diritti e collaborazione.
Tale progettazione si fonda su una visione della scuola come luogo di formazione attiva, democratica e aperta al mondo, in cui la storia non è solo una sequenza di eventi, ma una narrazione condivisa. In questo senso, l’UDA rappresenta anche un esercizio di educazione alla cittadinanza responsabile, alla convivenza civile e al senso di appartenenza a una comunità più ampia. In linea con l’impegno dei padri fondatori dell’Unione Europea, il percorso mira a far maturare nei bambini la consapevolezza delle comuni radici storiche e culturali dei popoli europei, e a promuovere valori condivisi nel rispetto delle diversità. La scuola, pertanto, è chiamata a formare cittadini italiani che siano al contempo cittadini dell’Europa e del mondo, capaci di partecipare attivamente alla costruzione di una società equa, solidale e inclusiva. L’unità didattica adotta metodologie innovative e inclusive, ispirate ai principi dell’apprendimento cooperativo e del “learning by doing” di John Dewey.
Si valorizza l’approccio narrativo e interdisciplinare attraverso strategie come il circle time, lo storytelling, il brainstorming, la discussione guidata, il problem solving e, in particolare, la didattica laboratoriale. Quest’ultima, opportunamente progettata e costruita intorno ai bisogni dei singoli alunni, permette di non lasciare indietro nessuno nel raggiungimento degli obiettivi e di realizzare la piena partecipazione di tutti i bambini, favorendo un clima positivo nel gruppo classe, la collaborazione e l’interazione, e promuovendo comportamenti non discriminatori nei confronti di chi ha difficoltà. Per la valutazione saranno utilizzate delle rubriche di valutazione. La valutazione degli apprendimenti sarà concatenata con l’attività stessa, perché, mentre i bambini procederanno con il lavoro, attraverso l’osservazione intenzionale e sistematica e la documentazione della loro attività si potrà verificare la loro maturazione, le competenze acquisite, le loro particolari esigenze, e di conseguenza , autovalutare il lavoro dell’insegnante, ossia i punti di forza e di debolezza della progettazione che, essendo flessibile, sarà rimodulata in itinere (se necessario) per consentire a tutti i bambini di raggiungere i traguardi formativi previsti.

LUDOVISI Mirko
L’internazionalizzazione della scuola: passi svolti e prospettive future

Relatore: prof. Giulio Saputo

Abstract

Il Trattato di Maastricht del 1992 e il Trattato di Lisbona del 2007 hanno creato l’Unione Europea così come oggi la conosciamo, superando l’antiquato sistema delle Comunità. Un’idea che diventa un progetto, con la “bussola” degli Stati Uniti d’Europa ad indicare un sogno umanistico di pace e civiltà. Le politiche educative hanno grande riscontro sulla vita delle persone. Queste sono prima di tutto il frutto di una decisione politica e, in quanto tali, rispecchiano la visione di chi decide e influenzano l’andamento della società. Scegliere in ambito educativo vuol dire scegliere che tipo di società si vuole costruire, a che tipo di società si aspira e soprattutto, a che cittadino-tipo si ha in mente. Questo ha poi a che fare con il capitale economico e umano su cui si vuole investire. La società globale e globalizzata richiede un sistema educativo globale e globalizzato.
Richiede organizzazione e programmi comuni che, al tempo stesso, prestino attenzione alle differenze. Si tenga presente il concetto di glocal per cui, seppur si agisce sempre localmente, è importante essere inseriti in una dimensione globale. La globalizzazione investe l’intero tessuto sociale. Riguarda l’economia, la cultura, la politica ed anche la dimensione simbolica che si cela dietro i fenomeni sociali. Se anni fa il traguardo raggiunto è stato l’istruzione di massa, oggi si potrebbe dire che l’obiettivo sia l’istruzione europea di massa. L’istruzione globalizzata di massa. Per crescere cittadini al passo con i tempi, anche il sistema scolastico deve esserlo. Altro importante obiettivo, fissato dall’Unione Europea, è proprio la lifelong learning, l’educazione permanente.
Imparare per tutta la vita significa porsi nelle condizioni di poterlo fare, riuscendo a riconoscersi sempre nel mondo che cambia, ritrovando una propria stabilità. Tutto ciò è legato al mercato del lavoro in continuo mutamento così come lo è il mondo stesso nell’era della planetarizzazzione. Nell’articolo 126 del Trattato di Maastricht si parla per la prima volta di educazione e istruzione per quanto riguarda i compiti della Commissione Europea. L’obiettivo primario sarebbe quello di aprire il Sistema scolastico a una dimensione sovranazionale. Questo target è affrontato prima di tutto in termini di mobilità di studenti e insegnanti, cooperazione e scambio di informazioni ma, soprattutto, con il riconoscimento di diplomi, certificati e periodi di studio. Al centro dell’idea di una dimensione europea dell’istruzione si trova la costruzione di una società dell’informazione basata sugli scambi culturali, sul valorizzare le collaborazioni tra scuola e territorio e sul combattere l’abbandono scolastico evitando eccessive rigidità nei percorsi formativi.
Tutto lo schema-quadro di elaborazione viene articolato in conoscenze, abilità e competenze; cioè nello sviluppo del sapere, del saper fare e del saper essere in vista di una società composta da cittadini formati, autonomi e responsabili. Si comprende così come la costruzione di una coscienza culturale europea comune non può prescindere dal sistema scolastico ma che, al tempo stesso, risulta ancora difficile da realizzare perché ogni sistema scolastico risulta legato al proprio livello nazionale. A partire dalla fine del secolo scorso è avvenuto un progresso notevole in questo senso, sicuramente influenzato dalla globalizzazione che ha agevolato l’interdipendenza e gli scambi tra i diversi sistemi. L’internazionalizzazione infatti non riguarda solo la scuola ma è condizionata di continuo dall’evolversi delle logiche politiche, economiche, socioculturali e accademiche. Questo si riversa nei sistemi e nei programmi scolastici nazionali. È così che emergono le difficoltà di creare un modello unico. Oggi esiste un esempio-pilota particolare di cui tratteremo, le scuole europee (EESS) di I, II e III tipo. Istituti semipubblici fondati dalla Commissione Europea per offrire un sistema scolastico ai figli dei propri funzionari (I tipo), dei funzionari delle agenzie europee (II tipo) e quelle di III tipo non esclusivamente rivolte a figli di funzionari. Come europei abbiamo raggiunto alcuni risultati e l’impegno nei confronti dell’internazionalizzazione dell’istruzione superiore delle nostre istituzioni sembra sempre maggiore. Vedremo se questo porterà, e in quale misura, allo sviluppo di un approccio strategico anche nelle politiche educative dei sistemi scolastici nazionali.

PRATOLA Angela
Essere cittadini digitali

Relatrice: prof.ssa Francesca Berti

Abstract

Il presente lavoro analizza la cittadinanza digitale come aspetto centrale dell’educazione civica europea e multilivello, con particolare attenzione ai suoi risvolti storici, culturali e pedagogici. Partendo dalla riflessione sul concetto di cittadinanza nelle sue diverse accezioni, il percorso affronta il ruolo sempre più pervasivo del digitale nella vita quotidiana e nella formazione dell’identità personale e collettiva. La ricerca esplora la transizione dalla comunità tradizionale alla community virtuale, mettendo in luce le sfide dell’Infosfera contemporanea e l’importanza di sviluppare una “saggezza digitale” che consenta un uso critico e consapevole delle tecnologie. Vengono inoltre affrontati i temi dell’impronta digitale, della privacy e delle responsabilità legate all’uso delle piattaforme online, con uno sguardo ai fenomeni dell’Hikikomori, alla tecnofobia, al cyberbullismo e alla diffusione di fake news, sostenendo l’importanza di integrare la tecnologia in un contesto umanistico per una cittadinanza globale consapevole.
La scuola e l’educazione civica emergono come luoghi privilegiati per formare cittadini digitali competenti, capaci di esercitare i propri diritti e doveri nella dimensione online e offline, in un’ottica di inclusione, equità e solidarietà globale.
L’analisi si conclude con un richiamo alla dimensione etica e valoriale dell’educazione, proponendo la cittadinanza digitale come strumento per promuovere una cultura democratica e sostenibile, capace di far fronte alle sfide dell’era digitale e alle trasformazioni sociali in atto.

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